Stroncato a soli 59 anni, all'improvviso, probabilmente dal Covid, Alber Elbaz, designer eclettico ed innovativo, si era formato a New York e aveva cominciato a lavorare da Guy Laroche nel lontano 1996.
Era approdato poi per un triennio da Yves Saint Laurent, al timone del pret-à-porter Rive Gauche, per poi prendere possesso alla maison Lanvin dal 2001 al 2015, artefice del "rinnovamento e rilancio creativo" del luxury brand.
Da ultimo aveva lanciato una sua start-up AZ Factory, assolutamente all'avanguardia, dove aveva puntato sulla tecnologia al servizio della creatività, capace di vestire, in maniera comoda, smart e glamour, qualsiasi tipo di donna, senza nessuna discriminazione di taglia, dalla xxs alla xxxxl.
Ironico, empatico, uomo di grande umanità e dalla sfrenata creatività, Alber Elbaz era nato in Marocco a Casablanca, ma era cresciuto in Israele, era riconosciuto a livello internazionale perché la sua era una moda che aveva cuore, una moda "intelligente che ci tiene", che metabolizza la società alla quale è destinata e ne ha un profondo rispetto.
La sua filosofia era mettere il suo estro creativo al servizio di tutte le donne, come aveva dichiarato in una delle sue ultime interviste al Corriere della Sera, la sua era una moda democratica, che non faceva soffrire nessuna donna: "Se sei extra-small, sei extra-small e se sei extra-large, sei extralarge: amati. Sei bella come sei."
Aveva scelto di vivere a Parigi, dov'è deceduto, quando gli si chiedeva una definizione del lusso rispondeva: il tempo e la bellezza sono il lusso vero.
Come ha dichiarato Lisa Tibaldi Grassi "Non si può rimanere indifferenti, alla morte di un creativo come Alber Elbaz. Uomo attento, soprattutto ai principi cardine della moda etica e sostenibile, da cui ha preso ispirazione anche il brand Lisa Tibaldi Terra Mia. Una moda attenta al mondo nel quale le donne vivono tutti i giorni, perché l'universo effimero della moda serve a sognare, ma deve anche far riflettere, deve prendersi cura di noi stesse e del pianeta. Deve essere senza tempo, timeless, per essere indossata sempre, a prescindere dal mood e dal glamour del momento. Bisogna creare qualcosa di unico, perché come affermava Elbaz bisogna essere sempre "grandi nel lavoro e piccoli nella vita", solo così si possono apprezzare le cose semplici, gli attimi."
La semplicità, il timeless, l'attenzione all'ambiente, alle esigenze e desideri delle donne che hanno bisogno di amore e di trovare luce e bellezza in quello che indossano, questa dovrebbe essere l'essenza del fashion, nella sua vision più contemporanea, la moda come vero e proprio abbraccio alla vita.
Il fashion system perde un altro dei suoi protagonisti più autorevoli, adieu Alber!
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